Roma, seconda città al mondo – dopo Bogotà – per ore perse nel traffico. A persona, ben 254 ore che, se messe a reddito, avrebbero fruttato ben 2.200 euro. Dati Inrix 2018.
Secondo i dati di una ricerca condotta da INRIX, seconda città al Mondo per ore di traffico ad abitante è proprio Roma, che si attesta a 254 ore, subito dietro a sua maestà Bogotà (Colombia) con 272 ore. Medaglia d’argento per la capitale d’Italia, che può vantare un parco macchine davvero invidiabile, a fronte di un servizio pubblico piuttosto scadente. Sarà un caso?
La ricerca INRIX Global Traffic Scorecard
INRIX 2018 Global Traffic Scorecard, è un’analisi delle tendenze di congestione e mobilità in oltre 200 città, in 38 paesi. Fondata nel 2005, INRIX ha aperto la strada alla pratica della gestione del traffico analizzando i dati non solo dai sensori stradali, ma anche dai veicoli. Questo approccio rivoluzionario ha consentito a INRIX di diventare uno dei principali fornitori di dati e approfondimenti su come le persone si muovono in tutto il mondo.
Nella Top ten internazionale, figurano ben due città italiane. Oltre a Roma (254), si piazza al settimo posto Milano, con ben 226 ore perse nel traffico totalizzate. Dublino è terza (246), Parigi quarta (237), Londra sesta (227). Chiude la classifica delle dieci città più trafficate al mondo, la russa Mosca con 210 ore.
Altro dato impressionante è anche la velocità media all’interno del centro urbano. Nel caso di Roma equivale a circa 13 km/h.
Quanto ci costa il traffico?
Come abbiamo detto, il costo di questo disagio, per quanto riguarda la città di Roma è quantificato in 254 ore a persona. Per estrapolare il suo equivalente in denaro, si è voluto agire rimanendo legati ai dati dell’analisi.
Si è quindi preso il valore di alcune delle voci (Londra, Berlino), e lo si è tradotto in singola unità/ora. E’ risultato, stando alla ricerca, 8,70 euro/ora. Dopodichè è bastato moltiplicare questo valore ottenuto per il numero di ore di ogni singola città. Concentrando la nostra attenzione in Italia, si è ottenuto la seguente tabella:
Chiaramente il risultato è direttamente proporzionale alle ore di traffico. Vince quindi Roma con 254 ore che corrispondono a ben 2.200 euro perse ogni anno, come guadagno non recepito. Ultima della lista è Palermo, tra le metropoli più virtuose che può vantare “sole” 119 ore a fronte di poco più di mille euro perdute.
Il traffico, una mobilità insostenibile
Questa ricerca mette ben in evidenza un altro aspetto negativo del traffico nelle grandi città: le ore perse ed i relativi mancati introiti. Ma gli elementi a sfavore non finiscono qui.
Le auto sono una delle principali cause d’inquinamento dell’ambiente urbano, sia acustico – per i rumori – che dell’aria – per le emissioni di pm10 e monossido di carbonio. L’inquinamento atmosferico delle città peggiora sempre di più. Secondo “Mal’aria di città 2020”, il report annuale di Legambiente è emergenza smog, il 2019 è anno nero per la qualità dell’aria: 26 i centri urbani fuorilegge sia per polveri sottili (PM10) sia per l’ozono (O3).
E, le auto elettriche (ammesso che la fonte di approvvigionamento sia rinnovabile) che – secondo una ricerca dell’Università di Bruxelles – hanno un impatto ambientale dimezzato rispetto ad un veicolo diesel, faticano a mettere radici. Non sono ancora pronte infatti a soppiantare la vasta mole di auto tradizionali che scorrazzano per le strade di tutto il mondo.
Se sommiamo tutta la serie di aspetti negativi, per noi ed il pianeta, è facile intuire come sia un mezzo di trasporto completamente inefficiente. Vediamo le alternative.
Alternative sostenibili?
Un’alternativa all’uso dell’auto è la mobilità sostenibile: uso dei mezzi pubblici, car-sharing, bici elettriche e non. Molti paesi in Europa ci hanno scommesso con risultati straordinari in termini di salute, qualità dell’aria, traffico. Vediamo, insieme, gli esempi positivi.
La Danimarca, prima tra tutti, ha scommesso sull’uso delle due ruote. Negli anni si è dotata di un numero impressionante di piste ciclabili (oltre 10.000 km) e ponti tanto che oggi la bici è il mezzo di trasporto di gran lunga più utilizzato. Ricordiamo i benefici dell’uso della bicicletta: aiuta a dimagrire, migliora l’umore, aumenta la memoria, contrasta l’invecchiamento delle cellule del cervello, migliora la vista. Per non parlare del risparmio in termini economici. Risparmio per l’ambiente e per le tasche. A Pesaro, c’è la Bicipolitana, la prima metropolitana per biciclette.
Negli ultimi tempi numerosi comuni italiani, si sono avvicendati nell’offrire incentivi per l’acquisto o l’uso della bici al posto dell’auto per recarsi al lavoro (Bike to Work). Prima su tutti, Massarosa in Toscana, con 25 centesimi a chilometro di contributo. Sulla stessa scia si sono poi mosse anche Bari (progetto Muvt), Torino, Pescara (Pesos), Teramo (Movete). Il capostipite di questa idea rivoluzionaria è il Belgio, che già dal 1999 pagava 22 centesimi a kilometro percorso. Oggi può contare su un bacino di 400.000 utenti bike-dipendenti.
La Svizzera ha da poco incentivato l’uso del mezzo pubblico per recarsi a lavoro. Infatti, dal 1° gennaio 20202, il lavoratore che sceglierà di lasciare a casa la propria auto, a favore di bus, metropolitana, tram, o treno può farsi includere il tragitto casa-ufficio nella busta paga. Se consideriamo un percorso medio di un’ora tra andata e ritorno, vorrebbe dire poter lavorare 7 ore, a fronte di 8 pagate. Mica male. (fonte: Ansa)
Qualunque sia l’alternativa, mezzo pubblico, bicicletta, monopattino, sharing, la soluzione è una sola: la mobilità sostenibile.
Per approfondire:
- INRIX, Global Traffic Scorecard, febbraio 2019
- Legambiente, L’A BI CI: 2° Rapporto sull’economia della bicicletta in Italia, 2018
- Legambiente, Mal’Aria di città 2020
- Messagie Maarten, Life Cycle Analysis of the Climate Impact of Electric Vehicles, Vrije Universiteit Brussel, research group MOBI