Da diversi anni in tutto il mondo si è andata sviluppando una spiccata sensibilità verso la tutela dell’ambiente e la riscoperta di sentieri, ferrovie abbandonate e percorsi immersi nella natura. Dalla loro riqualificazione sono nate le cosiddette Greenways o Vie Verdi, itinerari da fare a piedi o in bicicletta, volti alla scoperta delle bellezze naturali e monumenti sparsi per il territorio.
Le Greenways sono vie di comunicazione dove si cammina e si pedala, realizzate prioritariamente attraverso la riconversione di alzaie di canali e linee ferroviarie in dismissione. Rappresentano pertanto una seconda vita per lo sterminato patrimonio infrastrutturale europeo in disuso, spesso situato in aree di grande interesse naturalistico, archeologico o culturale, sconosciute al pubblico. Inoltre, lo sviluppo dei percorsi verdi riduce il traffico urbano e l’inquinamento, perché favorisce la mobilità sostenibile e promuove un turismo più consapevole.
In Europa, le Greenways ricavate da tratti ferroviari in dismissione coprono circa 19.000 chilometri, grazie a lungimiranti programmi di rigenerazione territoriale promossi già dagli anni ‘90. Le Greenways (o Vie Verdi) in Europa, denominate EuroVelo, identificano un insieme di itinerari ciclistici che, una volta completato, attraverserà tutta l’Europa; attualmente comprende 15 percorsi per 70.000 km, di cui 2 attraversano l’Italia (EuroVelo 8: la ciclovia del mediterraneo; EuroVelo 5: la via Romea o Francigena).
Vediamo quali sentieri ciclopedonali, sorti dalle ceneri di ferrovie abbandonate, ci offre la Regione Lazio.
Le linee ferroviarie italiane dismesse
Ferrovie dello Stato (FS) e Rete Ferroviaria Italiana (RFI) sono proprietarie di un esteso patrimonio immobiliare dismesso, che comprende:
- circa 1.500 km di linee ferroviarie;
- più di 400 stazioni e migliaia di fabbricati.
Di questi quasi 1.500 km di ferrovie in disuso, solo una parte sono state recuperate a vie verdi. C’è però ancora tanto lavoro da fare per restituire bellezza e dignità a una moltitudine di paesaggi abbandonati. Vediamo quali sono i percorsi funzionali attivi nella Regione Lazio, a due passi da Roma.
Linea: Capranica – Civitavecchia
La tratta ferroviaria Civitavecchia-Capranica Sutri ha una lunghezza di 49 km ed è un tratto della linea Civitavecchia-Capranica-Orte, di complessivi 86 km, entrata in esercizio nel 1929.
La sede della tratta Civitavecchia-Capranica è stata sempre afflitta da instabilità e smottamenti per i terreni argillosi attraversati; a causa delle frane, presto il servizio passeggeri fu limitato alla tratta Capranica-Blera, per poi essere definitivamente dismessa nel 2011.
Partendo da Capranica, il tracciato si sviluppa in direzione nord-est sud-ovest con una lunga e piacevole discesa dall’Appennino verso il mare. Allontanandosi da Capranica, il tracciato lambisce il Parco Regionale di Marturanum, antica città etrusca. Successivamente, a Monteromano, l’ex-ferrovia attraversa con un ponte in ferro il fiume Mignone in prossimità dell’insediamento etrusco di Luni; scende poi lungo il versante sinistro della valle superando Allumiere con alcuni tratti in galleria prima di arrivare nella piana di Civitavecchia, città sede del più importante porto del Lazio.
Il tracciato risulta in generale di particolare pregio paesaggistico e naturalistico. Interessante, nell’intorno del tratto fra le province di Roma e Viterbo, la presenza di varie emergenze naturalistiche e storico-archeologiche, quali i monti della Tolfa, il lago di Bracciano, nonché gli importanti insediamenti etruschi di Tarquinia. Altra piacevole costante delle aree circostanti il percorso della linea, sono i castelli che furono costruiti sulle rive del Tirreno e dei laghi interni, a protezione e controllo del territorio, e che ancora oggi consentono di godere di splendidi panorami.
I Comuni interessati sono: Civitavecchia, Allumiere, Blera, Veiano, Tolfa, Tarquinia, Barbarano Romano e Capranica.
Linea: Velletri – Priverno Fossanova
La linea ferroviaria dismessa Velletri-Priverno-Priverno Fossanova ha una lunghezza di circa 63 km ed è parte del primo collegamento fra Roma e il litorale pontino inaugurato nel 1892 (Roma-Terracina).
A partire dal 1927, l’attivazione in più fasi della linea cosiddetta direttissima Roma-Napoli, con un nuovo tracciato più veloce, relegò la preesistente linea Velletri-Priverno Fossanova ad un ruolo secondario e soppresso definitivamente nel 1958. Anche il tratto finale Priverno Fossanova è stato dismesso ed utilizzato saltuariamente come raccordo merci.
La sede ferroviaria, spesso in rilevato, è ancora presente e ben visibile, anche se in parte coperta dalla vegetazione spontanea, con l’eccezione di alcuni chilometri fra Borgo Tufette e Sezze Romano occupati dalla viabilità stradale.
Gran parte del sedime a dei fabbricati di stazione e case cantoniere sono state cedute in proprietà a terzi. Resta oggi ancora di proprietà di RFI circa il 60% del sedime della ex-linea. I Comuni interessati dal tracciato sono: Velletri, Cori, Cisterna di Latina, Sermoneta, Bassiano, Sezze Romano, Priverno e Sonnino.
Il tracciato si sviluppa a sud dei colli Albani, tra i monti Lepini e l’Agropontino, zona paludosa bonificata definitivamente solo nel XX secolo.
La linea ferroviaria corre in parallelo al tracciato del primo tratto dell’Appia, uno degli itinerari stradali più ricchi di storia dell’intero territorio italiano, con testimonianza delle epoche romane, medievali e rinascimentali. La Velletri-Priverno Fossanova è una linea di montagna, con un tracciato tortuoso e pendenze significative che, se hanno rappresentato fin dalla sua apertura un punto critico per il trasporto su ferro, sono invece un elemento di interesse e arricchimento per la conversione in greenway.
Usciti da Velletri, il percorso costeggia zone di interesse naturalistico come il lago di Giulianello, Torrecchia Vecchia (area protetta, Monumento Naturale del Lazio) e il Giardino di Ninfa. Lungo il tragitto, in posizione dominante, si possono osservare i centri abitati di Cori, Norma, Sezze e Priverno, oltre che le abbazie di Valvisciolo e Fossanova. Lo sviluppo di Velletri e della viabilità stradale hanno cancellato la traccia dei primi chilometri del sedime della linea, che ricompare poi a tratti, anche per la presenza di qualche manufatto ferroviario, come il ponte a quattro archi di Giulianello. Da qui fino a Sezze Romano si sviluppa il tratto più tortuoso della linea, col tracciato che si affianca poi al tracciato della SS 156 e alla linea ferroviaria direttissima Roma-Napoli, prima di riprendere a salire, da Casale di Priverno, verso Priverno.
Per approfondire:
- AaVv, Italia in bicicletta, Touring Club Italiano, 2019
- Corradini L., Rizzoli V., I migliori e più entusiasmanti itinerari in bicicletta, 2020
- D’Alessio O., Vie verdi. Sui tracciati ferroviari dismessi. Itinerari in tutta Italia da fare in bicicletta o a piedi, 2020
- FIAB Onlus – Federazione Italiana Amici della Bicicletta (sito web)
- Fiab, Dalle rotaie alle bici. Indagine sulle ferrovie dismesse recuperate all’uso ciclistico, 2011
- Maggi S., Le Ferrovie, ed. Il mulino, 2017
- Marcarini A., Rovelli B., Atlante italiano delle ferrovie in disuso, 2018
- Marcarini A., Pedala Italia. 20 viaggi in bici per tutti nelle regioni italiane, 2020
- Minola M., Curiosità ferroviarie. Originalità delle ferrovie in Italia, in Europa e nel mondo, 2016
- Steel P., Una storia completa. Ediz. illustrata. Con gadget, 2016
- https://www.ferrovieabbandonate.it
- http://www.greenways.it