Archery Hall & Boxing Club

Antico e moderno, gioco e meraviglia, carpenteria e artigianato, sogno e magia, si fondono in quest’opera di Ft Architects. Il legno secondo la visione giapponese.

 

  • Location             Tokyo, Japan
  • Architect           FT Architects / Katsuya Fukushima, Hiroko Tominaga
  • Area                   198.75 m2
  • Project Year      2013
  • Fotografia         Shigeo Ogawa

 

Due padiglioni, identici per dimensioni, divergenti per finalità. Uno, dedicato alla suadente arte del Kyudo o tiro con l’arco, l’altro alla potenza della boxe. Da una parte, una disciplina lenta e contemplativa che esercita la coscienza a divenire realtà, dall’altra un atto veloce e dirompente.

“Due edifici che condividono la medesima impronta spaziale (7,2×10,8m). Proporzioni che per puro caso, e per fortuna” – a detta dei progettisti -, “sono evocative delle aule sacre dei complessi templari buddisti giapponesi. Per raggiungere questo livello, senza colonne e utilizzando metodi a basso costo di costruzione in legno, è stato necessario trovare una soluzione in legno innovativa.”

I due edifici andranno a situarsi nell’area della Kogakuin University nella zona ovest di Tokyo. Il Brief dell’Università prevedeva appunto la realizzazione di due oggetti identici per dimensioni ed opposti per finalità. Due grandi spazi completamente liberi da colonne. Questa sfida, è stata raccolta dai progettisti ed ha portato a due soluzioni tecniche innovative.

piante prospetti sezioni

piante prospetti sezioni

“Abbiamo recuperato la purezza della composizione tradizionale in legno giapponese, composta semplicemente da orizzontali e verticali, che è stata in qualche modo trascurata sin dall’avvento del modernismo in Giappone. Delicato telaio a traliccio composto da travi e travi sottili per la sala del tiro con l’arco, e una struttura a gradini più audaci, era impiegato per il club di boxe.”

Le due strutture sono state costruite utilizzando un semplice metodo di assemblaggio bullone-dado.

Ispirazioni dall’antico oriente: il Dou Gong

La tradizione costruttiva orientale dei maestri carpentieri si veste di modernità e innovazione.  La tecnica del Dou-Gong, misto di sapienza tecnologica ed estetica, elemento tipico delle pagode Cinesi e Giapponesi costruite a partire dal I sec, è qui usata con stessa finalità di scopi, per permettere grandi luci e scaricare la grossa mole del tetto sulle pareti perimetrali, evitando l’uso di appoggi intermedi che interromperebbero la continuità spaziale, richiesta dal committente.

Il cipresso giapponese

Il legno impiegato nella costruzione delle due ardimentose coperture, è di provenienza locale. E’ il cipresso, lo stesso impiegato nella costruzione delle antiche pagode tra cui spicca per longevità quella di Horiuji, a Nara, in Giappone.

Il legno di cipresso, è infatti resistente, estremamente durabile e facile da lavorare. Noto per le sue venature dritte, la finezza e robustezza, come pure la sua resistenza alle infestazioni di insetti e l’impenetrabilità alla pioggia e all’umidità.

Archery Hall

Per permettere una luce libera di 10,8x72m è stata adottata una strategia di frammentazione. La capriata classica è stata presa a pretesto come elemento strutturale capace di dissipare i carichi, secondo gli usi che antiche maestranze ostentavano in particolar modo nelle chiese a partire dal I sec. a.C.

Qui, gli architetti, adoperano una tecnica innovativa. La capriata diventa un insieme di tanti singoli pezzi che vanno ad incastrarsi tra loro con perfetta sintonia ed equilibrio, svuotando l’esempio classico, per formare una nuova unità, moderna, elegante e leggiadra. Un artefatto tecnico per riempire lo spazio di una moltitudine di esseri in simbiosi tra di loro. Come una foresta variegata e variopinta sospesa in uno spazio senza tempo. L’effetto è incantevole.

Il grande soffitto sembra galleggiare nell’aria sopra la testa. Immobile e vivo.

La capriata sembra dissolversi, lievitare e restare sospesa a mezz’aria come un tripudio di coriandoli e costellazioni di comete lignee. Catarsi dell’infinito e leggerezza dell’essere umano. Un ambiente destinato al contatto più intimo con il proprio io. Concentrazione dello spirito ed essenza.

Tecnica costruttiva: il giunto

Il cuore della tecnica costruttiva si rivela nel giunto che tiene uniti i vari pezzi della copertura. Andando nel dettaglio, e cercando una semplificazione, si possono individuare sei elementi chiave che si ripetono nello spazio. Questi pezzi, che si intrecciano tra loro nelle tre direzioni a formare un reticolo di capriate spaziali, sono, qui sotto, rappresentati graficamente.

Costruzione e montaggio

Ogni singola capriata viene completamente assemblata a terra a terra dai carpentieri. Poi issata con una gru e messa in posizione. Infine, con l’interposizione delle travature trasversali, viene assicurata la perfetta stabilità strutturale, alle azioni orizzontali sismiche.

 

Boxing Club

Qui la frammentazione è ancora più audace. Il risultato è una cascata di pezzi di legno che dal centro si dipana scremando verso gli estremi, rastremando dall’alto verso il basso. La struttura del tetto è ridotta in tanti piccoli tronchetti di legno di forma parallelepipeda, che funzionano in sinergia. Ognuno lavora in simbiosi col suo sottoposto e scarica il suo peso su di lui, e lui, a sua volta, fa così con il pezzo sottostante. E così via fino ad arrivare ai pilastri laterali. Questo ingegnoso, complesso e scenografico, è stato messo in opera da Ft Architects per poter realizzare un’ampia luce libera da pilastri (7,2 x 10,8 m).

Qui, la leggerezza della sala da Kyudo, cede il passo alla forza massiccia dei singoli elementi costruttivi. Senza rinunciare ad una spazialità ampia e ben bilanciata, ritmata dal calore tipico del legno a vista.

Tecnica costruttiva: il giunto

La copertura dle Boxing Club è costituita da tanti singoli tasselli di legno – di sezione 12×12 cm – che, a partire dai pilastri laterali, si adagiano uno su l’altro trasversalmente seguendo un andamento diagonale fino al colmo. I pezzi sono tenuti assieme da ancoraggi con rondelle e bulloni metallici.

Costruzione e montaggio

La struttura è montata per parti. Prima i pilastri e poi via via le parti a scalini verso l’alto. Ogni blocco è tenuto assieme da rondelle e bulloni, che ne assicurano la stabilità.

Esterni

All’esterno i due volumi appaiono sobri. Figure che si scagliano nel paesaggio con serena umiltà. Un richiamo alle tradizioni contadine, emblematico esempio di comprensione della natura.

La classica forma a capanna, archetipo contadino di casa e rifugio, è stata usata in due modi diversi. Da un lato, rivestita di legno e opaca alla luce, dall’altra ha un vestito moderno in parte permeabile che trasmette le pulsazioni provenienti dall’interno. Due visioni, due scopi. Un concetto, una sensibilità.

Modello 3d

Ai link che seguono, potete trovare il modello 3d di Sketchup di entrambe le strutture, che mi sono divertito a realizzare.

Emanuele

Pubblicato da Emanuele

Architetto per caso, creativo per vocazione. Sogna una dimora autocostruita, ecologica, a basso impatto ambientale, fatta di materiali naturali. Prodotta dalla natura, per tutti. Ama la montagna e il trekking. Pioniere del muoversi in bicicletta nel traffico romano, considerato pazzo, o eroe.