Agricoltura e pesticidi: rischi e pericoli per la salute

L’uso eccessivo di prodotti fitosanitari o pesticidi, molto usati in agricoltura soprattutto intensiva, sono uno dei principali responsabili dei cambiamenti climatici, nonché di problemi diretti per la salute umana.

prodotti fitosanitari diserbanti agricoltura

I prodotti fitosanitari (anche detti antiparassitari, fitofarmaci o pesticidi), sono una classe variegata di sostanze naturali o di sintesi usate in diversi campi dell’agricoltura per preservare le coltivazioni dall’attacco di parassiti animali e/o vegetali, preservando così l’integrità e la qualità del raccolto.

Se da un lato il ricorso ai pesticidi in agricoltura, ha contribuito a sostenere l’aumento della popolazione mondiale, mediante l’incremento della produzione agricola, dall’altro rappresentano un potenziale rischio per la salute umana, com’è evidenziato da molti studi scientifici: basta digitare su PubMed (uno dei principali motori di ricerca di letteratura biomedica) la dicitura “Effects of pesticides on human health” per visualizzare 13.603 risultati, a riprova della grande preoccupazione che l’esposizione ai pesticidi desta nella comunità scientifica mondiale.


I prodotti fitosanitari

I prodotti fitosanitari possono essere classificati in diverse categorie d’appartenenza, in base all’organismo contro cui sono usati:

  • insetticidi(combattono insetti nocivi alle colture agricole, ma anche insetti semplicemente molesti o veicoli di malattie per l’uomo o gli animali domestici)
  • fungicidi(contrastano le malattie e le alterazioni prodotte da funghi)
  • diserbantierbicidi (utilizzati per distruggere le erbe infestanti)
  • anticrittogamici(contrastano le malattie e le alterazioni prodotte da batteri, muffe ed alghe)
  • nematocidi (combattono i vermi del terreno o nematodi)
  • acaricidi (combattono gli acari)
  • fitoregolatori (ormoni vegetali che regolano la crescita delle colture)

Da cosa deriva la pericolosità dei fitochimici? Dal fatto che non esplicano solo un’azione “localizzata” – già di per sé potenzialmente dannosa, dato che possono persistere sui prodotti ortofrutticoli (e non solo) che consumiamo– ma anche dal fatto che, con i loro residui chimici spesso altamente persistenti e resistenti, sono in grado di inquinare a distanza suoli, falde acquifere ed aria.

Non solo: poiché in genere i pesticidi non sono dotati di “selettività”, colpiscono indifferentemente anche specie animali (e vegetali) del tutto innocue e, anzi, fondamentali per la nostra stessa sopravvivenza. Stiamo parlando ad esempio delle preziose api, i ronzanti insetti impollinatori grazie ai quali arrivano sulle nostre tavole la maggior parte della frutta e verdura che consumiamo.

api agricoltura fitosanitari

Come se non bastassero le minacce derivanti dai cambiamenti climatici e dall’inquinamento, ecco profilarsi un nuovo pericolo che mina la loro importantissima funzione ecologica: uno studio pubblicato nel 2018 sul Journal of Applied Ecology[1], ha testato l’effetto neurotossico da esposizione acuta e cronica a pesticidi neodicotinoidi e non neodicotinoidi, provando come anche a basse dosi queste sostanze interferiscano significativamente con la capacità di apprendimento e memoria olfattivi delle api, testati mediante un “PER experiment” (proboscis extension reflex, cioè la capacità che le api hanno di estendere la proboscide in seguito ad uno stimolo olfattivo per accaparrarsi una ricompensa – il nettare in natura, uno zucchero in laboratorio).

Ebbene, le abilità cognitive delle api vengono meno in seguito all’esposizione ai pesticidi, con la conseguenza che non riescono più a trasferire le conoscenze acquisite al resto della colonia, a tutto svantaggio del foraggiamento.

Pesticidi: i rischi per salute umana

La valutazione degli effetti a lungo termine che l’esposizione ai fitochimici comporta è piuttosto complessa, soprattutto perché non tiene conto dei loro effetti sinergici. Siamo infatti sottoposti a veri e propri cocktails chimici, già durante la vita intrauterina.

Molti pesticidi rientrano nella categoria dei “distruttori endocrini” (DE), cioè sostanze (naturali o di sintesi) in grado di mimare i nostri ormoni endogeni, interferendo così nei meccanismi di controllo esistenti nel nostro corpo, con conseguenze ormai ben note non solo nel singolo individuo esposto, ma anche nella progenie [2].

Gli effetti dei DE nell’organismo sono molteplici: riduzione della fertilità maschile, endometriosi, abortività spontanea, disturbi autoimmuni, aumentato rischio di criptorchidismo e ipospadia (due malformazioni a carico dell’apparato riproduttivo maschile), diabete/alcune forme di obesità, tumori, deficit cognitivi e disturbi comportamentali, patologie neurodegenerative, etc..[3]

Pesticidi che agiscono come DE (distruttori endocrini):

  • Insetticidi clorurati (lindano, dieldrin)
  • Fungicidi (vinclozolin, linorun)
  • Trazoli (ciproconazolo)
  • Imidazoli (imizaloil)
  • Triazine (atrazina, simazina)
  • Etilene bisditiocarbammatil (mancozeb)
  • Coformulanti (alchifenoli)

Non solo interferenza endocrina. La letteratura scientifica è purtroppo ricca di studi che associano l’esposizione ai pesticidi con un aumento del rischio di cancro: tumori alla mammella, alla prostata e forme ematologiche in primis. Alterazioni a carico del sistema immunitario, malattie neurodegenerative, disturbi neurologici/cognitivi si uniscono al quadro ma non lo completano. C’è la necessità di ampliare gli studi, indagare meglio gli effetti dell’esposizione cronica, cioè a basse dosi ma prolungata nel tempo, con l’auspicio che si possa presto raggiungere il traguardo del “pesticides-free” non solo nel biologico.

Come si entra in contatto con i pesticidi?

Con l’alimentazione, naturalmente. La risposta appare ovvia, ma non è questa la sola modalità di esposizione. Se, infatti, la quantità di residui in frutta e verdura è sottoposta a controllo e per legge non può superare un certo limite, l’uso domestico di insetticidi è più difficile da “contenere” e rappresenta un’ulteriore fonte di contatto, peggiorato dal fatto che in un ambiente chiuso come quello domestico, queste sostanze si depositano sulle superfici persistendo più a lungo.

ortaggi diserbanti agricoltura

Da qui l’importanza di usarli correttamente, anche quando le fastidiose mosche e zanzare ci spingono allo spruzzo compulsivo. Ricordiamo inoltre di proteggere i più piccoli e gli animali dall’esposizione. Non meno importante è poi l’esposizione professionale di tutti i lavoratori del comparto agricolo.

Normativa e sicurezza dei prodotti fitosanitari

La normativa europea in materia di prodotti fitosanitari è molto severa e, naturalmente, orientata alla tutela dell’ambiente e della salute umana ed animale. Un prodotto fitosanitario non può essere commercializzato prima di aver ricevuto un’autorizzazione che arriva dopo un attento iter di valutazione. L’ente europeo che si occupa del controllo è l’EFSA, in collaborazione con gli Stati Membri, ognuno dei quali potrà poi autorizzarne il commercio nel proprio territorio.

Il nostro Paese affronta la questione della sicurezza dei prodotti fitosanitari con molta attenzione, com’è dimostrato dal fatto che il Ministero competente in materia è il Ministero della Salute, mentre negli altri Paesi è il Ministero dell’Agricoltura. Il Ministero della Salute, inoltre, nell’ambito del “Controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti” effettua periodicamente controlli a campione su diverse tipologie di prodotti rappresentativi del mercato (ortaggi, frutta, cereali, olio, vino, latte, uova, carni, pesci, uova e prodotti trasformati da essi derivanti; alimenti biologici), pubblicando il report sul sito ufficiale del Ministero. L’ultimo report disponibile risale al 2017 ed è consultabile al seguente link: www.salute.gov.it[4]

Una delle problematiche principali, che dovranno sicuramente essere affrontate dalle future normative europee in materia di fitosanitari consiste nella presenza, su uno stesso prodotto alimentare, di più residui chimici (campioni multi residuo). Quali effetti sulla salute può avere la loro azione sinergica, seppur presenti entro i limiti stabiliti? Appare ancora difficile rispondere a questa domanda, dato che ad oggi il limite massimo di residuo consentito per legge negli alimenti (LMR), stabilito dall’EFSA, è determinato sul singolo principio attivo.

La crescente conversione delle colture al biologico (secondo i dati SINAB[5], al 31 dicembre 2018 la superficie coltivata a biologico in Italia è pari a 2 milioni di ettari, con un aumento del 3% rispetto al 2017), spinta anche da una sempre maggiore attenzione dei consumatori verso ciò che si acquista, sta senz’altro contribuendo alla diffusione di una cultura sempre più orientata alla genuinità. Stiamo forse finalmente imparando che un ortaggio o un frutto un po’ ammaccati ma cresciuti senza robaccia chimica sono meglio di quelli dalla buccia perfetta, così tanto perfetta da sembrare plastificati.

Alcuni piccoli accorgimenti…

Se è praticamente impossibile, ad oggi, proteggerci totalmente dall’esposizione ai pesticidi, possiamo mettere in atto alcuni semplici accorgimenti al momento di consumare frutta e verdura per ridurne quantomeno la concentrazione. Un lavaggio accurato sotto acqua corrente aiuta a rimuovere una parte dei residui, ma per una maggiore sicurezza:

  • L’immersione di frutta e verdura per 15 minuti in una soluzione di acqua e bicarbonato di sodio rimuove i residui in modo molto efficiente. Possiamo anche usare uno spazzolino per detergere bene le bucce. Un rimedio facile ed economico.
  • Se acquistiamo prodotti di dubbia provenienza, meglio sbucciarli: alcuni pesticidi si attaccano alle bucce e sono di difficile rimozione.
  • Preferiamo il biologico.
  • Scegliamo di acquistare presso piccoli produttori locali: possiamo avere una maggiore garanzia di genuinità e sosteniamo l’economia del territorio.
  • Cambiamo spesso il supermercato dove facciamo la spesa e prestiamo attenzione all’origine dei prodotti acquistati.

Evitiamo il più possibile l’uso domestico di insetticidi. Se proprio non se ne può fare a meno, attendiamoci scrupolosamente alle indicazioni riportate dal produttore.

Per approfondire:

 Per un ulteriore approfondimento sull’inquinamento da pesticidi in Italia, si rimanda al seguente link: https://www.isde.it/wp-content/uploads/2018/01/2017.12.-Contaminazione-pesticidi-Italia-finale.pdf

Doriana Sammali

Pubblicato da Doriana Sammali

Biologa di origini salentine con un interesse particolare per i temi dell'ecotossicologia. Da anni vivo e lavoro fra i monti abruzzesi, dove ho sviluppato e cerco di ampliare la mia attenzione per le tematiche ambientali. Amo la natura e la Vita in tutte le sue forme.