Accupoli: il primo edificio italiano in compensato portante

Un edificio polifunzionale in compensato strutturale di okumè – di ispirazione giapponese – destinato a divenire simbolo di rinascita per una comunità martoriata dal terremoto.

accupoli compensato terremoto accumoli rieti

Un manufatto in legno compensato di okumè che, dal punto di vista tecnico, si rifà alla tradizione della carpenteria giapponese. Un edificio polifunzionale costruito a secco, con giunzioni ed incastri derivanti dalla precisione delle lavorazioni a controllo numerico, veloce e rapido nella realizazione, per dare risposte immediate. Un regalo alla comunità martoriata dal sisma.

Ad Accumoli, in provincia di Rieti, un terremoto ha prodotto nel 2016 devastazione e vittime. Ora, a distanza di due anni, grazie ad un progetto sostenibile, la comunità può contare su un nuovo edificio in grado di attrarre le genti e creare socialità diffusa.

  • 24 Agosto 2016 – Un terremoto di magnitudo 6.0, devasta l’Italia centrale
  • 27 Maggio 2018 – Ad Accumoli (RI), viene inaugurato Accupoli: edificio pubblico polifunzionale

Un’iniziativa dettata dal cuore e mossa dal sentimento, un gesto di umanità e solidarietà. L’occasione si è presentata ad Accumoli, in provincia di Rieti, città nota alle cronache, per il triste evento del terremoto del 2016, che ha raso al suolo il centro abitato e provocato ben 241 vittime.

La risposta concreta all’emergenza è stata data dall’associazione Housing in Emergency for Life and People (H.E.L.P. 6.5), nata all’interno del Politecnico di Torino tra l’architetto e ricercatrice Lorena Alessio e  un gruppo di alcuni ex studenti dello stesso ateneo, come Carola Novara, Chiara Mezzasalma, Francesca Turnaturi e Matteo Goffi.

Il progetto è frutto di una sinergia collaborativa tra l’architetto Lorena Alessio, il Politecnico di Torino ed il professor Hiroto Kobayashi del Kobayashi Maki Design Workshop (KMDW) di Tokyo.

Accupoli è uno spazio pronto ad accogliere riunioni, conferenze e concerti. Ad agosto sono state posate le fondazioni ed il 22 settembre 2017 è partito ufficialmente il cantiere per il montaggio della struttura, che rappresenta il seme per la rinascita della vita culturale locale. Il termine dei lavori è previsto per la fine di novembre 2017” – afferma l’arch. Lorena Alessio.

Concept

Dal punto di vista architettonico, le forme richiamano la tradizionale casa con tetto a capanna. Uno stereotipo che evoca il rifugio, il riparo, un posto sicuro. Due volumi identici per forma, diversi per dimensioni, ma uniti tra loro a formare un unico organismo funzionale.

Un edificio Polifunzionale

Un edificio polifunzionale e flessibile, destinato a divenire simbolo di rinascita della comunità. Uno spazio di aggregazione e ritrovo, luogo di socialità e occasione di stare insieme. Per eventi, manifestazioni, concerti, sagre, condivisione di pasti, parole, idee.

Uno spazio più ampio, open-space, dedito a spazio di aggregazione, affiancato da un corpo più piccolo con funzioni di accoglienza, servizi igienici e cucina.

Il processo produttivo

L’edificio è pensato come un puzzle. Una serie di elementi, tagliati e sagomati con macchine CNC, tali da essere incastrati perfettamente l’un l’altro. Un sistema a secco totale, prefabbricazione estrema.

Il compensato in fogli di okumè, viene lavorato alle macchine CNC, tagliato e fresato lungo speciali direttrici. Ogni pezzo è così pronto, tale da essere solamente assemblato in cantiere.

Il sistema costruttivo

Il progetto ha come base di partenza il modello della Veneer House, dell’architetto giapponese Kobayashi e ne rappresenta una sua diretta evoluzione. Il team di progetto ha utilizzato, perfezionato e adeguato alla legislazione italiana la tecnologia giapponese. Il protagonista di questa prefabbricazione spinta ai massimi livelli, è il compensato di legno di okumè.

Ogni pezzo è studiato attentamente e tagliato lungo precise intersezioni che ne permettono la giunzione tra i vari elementi. Come un puzzle con kit di montaggio, ogni parte è pensata per essere assemblata a formare un insieme compiuto. Montaggio a secco, facile e veloce.

 “La peculiarità del sistema costruttivo giapponese sviluppato dal prof. Hiroto Kobayashi della Keio University corrisponde all’impiego di giunti ad incastro realizzati mediante elementi in compensato. Il legno multistrato, o compensato, risulta essere leggero, facilmente maneggevole e con un buon comportamento strutturale nei confronti del sisma.” dice l’arch. Lorena Alessio.

“Al fine di ridurre al minimo l’uso degli strumenti durante il processo di costruzione, mi sono rivolto ai tradizionali sistemi a telaio giapponesi per ispirazione e giunzioni che non richiedono chiodi. Questi sono stati usati per assemblare pezzi pretagliati con una macchina CNC.”, afferma Hiroto Kobayashi

Il materiale: compensato di okumè

L’okumè è tipo di legno con eccezionali caratteristiche di durabilità. È considerato il più idrorepellente tra i legnami. Inattaccabile da muffe e tarli. È ideale per utilizzi in ambienti esterni, a diretto contatto con l’acqua.

Appartiene alla famiglia dei moganoidi, dal tipico colore rosato. A differenza del mogano, il suo costo è molto più contenuto. Ciò dipende dalla sua relativa abbondanza nell’Africa Equatoriale (Congo, Guinea, Gabon).

È piuttosto leggero, di media densità, ha perciò ottime proprietà di isolamento termico.

Il pacchetto tecnologico

La struttura portante in compensato è ricoperta da un guscio in policarbonato. Di seguito i dettagli tecnologici del pacchetto costruttivo.

La struttura in legno poggia su travi di fondazione in cemento armato, ed è rialzata rispetto al terreno di circa 1 metro. Ciò per proteggere la costruzione in legno dall’umidità di risalita proveniente dal terreno. Ciononostante, l’edificio fa dell’accessibilità il suo punto di forza. Una rampa e dei gradini ne permettono l’accesso a tutti, senza distinzioni.

Le coperture delle due strutture adiacenti, differiscono per la resa estetica dell’involucro. La copertura opaca – del volume più grande adibito ad auditorium – è avvolta da un manto in lamiera metallica che non lascia trapelare l’interno, mentre quella trasparente – della zona atrio, servizi e cucina – è caratterizzata dall’avere un guscio in policarbonato che lascia filtrare la luce naturale di giorno e, di notte, si tramuta in una lanterna, ben visibile da lontano.

  • Location             Accumoli (RI), Italia
  • Architect           Lorena Alessio / Hiroto Kobayashi (KMDW)
  • Policarbonato: Gallina S.r.l.
  • Area                   116 mq + 58 mq
  • Project Year       2018
  • Fotografia         Francesca Turnaturi, Chiara Mezzasalma, Giorgio Gulmini (Politecnico)

Concludo con l’augurio che la comunità torni al più presto a recuperare quella vitalità strappata dal triste evento.

Emanuele

Pubblicato da Emanuele

Architetto per caso, creativo per vocazione. Sogna una dimora autocostruita, ecologica, a basso impatto ambientale, fatta di materiali naturali. Prodotta dalla natura, per tutti. Ama la montagna e il trekking. Pioniere del muoversi in bicicletta nel traffico romano, considerato pazzo, o eroe.